COMUNICATO STAMPA

ACCORPAMENTO DEI DISTRETTI DI TARCENTO E CIVIDALE
 
Mi esprimo sull’argomento perché conosco bene la realtà di Cividale, perché ci ho lavorato
e perché la seguo come Consigliere comunale, di Tarcento perché ho svolto fino al febbraio
2013 la funzione di Responsabile amministrativa del Distretto, di Udine dove ho operato 
per ben otto anni nel settore delle cure primarie (RSA, Case di Riposo, Medici di base, 
integrazione socio-sanitaria).
 
 “L’ipotesi di accorpamento dei Distretti sanitari di Cividale e Tarcento trova la mia assoluta contrarietà perché indebolisce
un caposaldo delle cure territoriali. La riforma del sistema sanitario regionale fissa alcuni principi fondamentali: potenziare 
l'assistenza primaria, rendendola il più possibile vicina alle esigenze e ai bisogni dei cittadini, nonché facilmente accessibile
e fruibile dai medesimi e rafforzare la collaborazione con le comunità e gli enti locali.
L’accorpamento previsto disconosce il dettato della legge.
Si obbietterà che l’accorpamento non inciderà sul servizio erogato; contesto questa lettura. Non è così. Avere i Responsabili,
Medico,Infermieristico, Amministrativo, che fanno la spola tra le due sedi è una perdita di tempo ed un costo. Inoltre, la scontata
mobilità di tutto il personale infermieristico e riabilitativo, ostacolerà la creazione di un rapporto forte e costante con l’assistito e 
le famiglie, indispensabile per la qualità delle cure domiciliari.
Passare ore negli spostamenti significa sottrarre tempo alla cura, già ridotto per le caratteristiche viarie dei territori montani. 
E’ chiara la differenza con l’operatività in una città come Udine dove gli assistiti sono più facilmente raggiungibili. 
L’accorpamento accentua il ruolo burocratico/verticistico dei dirigenti che verranno allontanati dall’operatività concreta sul campo
delle attività sanitarie e socio-assistenziali, cosa che invece avviene attualmente a Cividale e Tarcento. E’ questo il modello da 
privilegiare, il più utile ad un uso razionale delle risorse umane ed economiche disponibili, per realizzare la deospedalizzazione 
che persegue  la riforma del SSR.
Non si può ricondurre la delimitazione del Distretto al solo dato della popolazione, peraltro costantemente modificato dal transito 
di alcuni Comuni da un’UTI all’altra.
La dimensione dei 50.000 abitanti è indubbiamente quella più consona ad un servizio di prossimità,ma deve essere temperata
da una valutazione complessiva del caso specifico e dal confronto con gli amministratoti locali. 
Trovo giustificata la preoccupazione degli amministratori di Tarcento e io sono preoccupata per Cividale. 
Mi auguro che ci sia un ripensamento”.
 



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