Certamente l'emergenza Coronavirus ha posto in luce le carenze delle scelte organizzative e la fragilità di alcuni protocolli adottati negli ultimi anni dalla politica sanitaria regionale.
Ora questi nodi sono venuti al pettine e, se non ci sarà un deciso cambiamento di rotta, il nostro sistema sanitario e destinato a un inesorabile ulteriore peggioramento.
Anche per il futuro di Cividale è necessario invertire la rotta riattivando le funzioni indispensabili di base.
1.-E' prioritaria la riapertura del Punto di Primo Intervento con posti di osservazione. Già ora il Pronto Soccorso di Udine vede incrementati gli accessi, temporaneamente diminuiti a causa del COVID-19. Impensabile che la popolazione del nostro territorio sia costretta ad accedervi per prestazioni minori.
2.-Venga individuata una equipe medica e infermieristica dedicata e stabile per il PPI del Presidio di Cividale che, pur essendo parte integrante del Pronto Soccorso di Udine, non cambi in continuazione ma abbia un'assegnazione di sei mesi per poi rientrare in sede. Questo consente il mantenimento della professionalità pur garantendo stabilità allo staff di Cividale.
Dobbiamo puntare ad una forte integrazione tra PPI, Reparto Medicina, RSA e Servizio di Guardia Medica che deve essere spostato e posto nei locali contigui al PPI.
3.-Il Reparto Medicina torni ad operare con ingressi dal territorio su indicazione dei Medici di base e per i trasferimenti post ricovero da Udine.
Obiettare che sia necessario, ma impossibile, attivare il percorso blu dedicato ai pazienti COVID ora viene a cadere. L'evidenza scientifica dice che ogni singolo paziente potrebbe essere un portatore asintomatico. Pertanto l'applicazione delle più stringenti regole di sanificazione di ambienti e strumentazioni nonché di protezione degli operatori devono essere mantenute costantemente e ovunque.
Su questo aspetto un ripensamento deve essere fatto sull'utilizzo di personale delle cooperative per le pulizie. Si torni ad una presenza cospicua di personale dipendente qualificato dato in dotazione che svolga attui la sanificazione ma sia di supporto a tutte le attività di reparti e servizi.
4.-Per quando riguarda il laboratorio analisi la strumentazione POCT è certamente utile per una prima indicazione di diagnosi per pazienti a bassa/media gravità ma non è sufficiente per eseguire urgenze che richiedano un approfondimento. Quindi urge l'assegnazione di nuove attrezzature e la presenza dei tecnici nei turni diurni. Importante l'attività del centro prelievi, compresi quelli per la terapia anticoagulante orale e il centro donazioni.
5.-Il problema delle lunghe liste di attesa per le visite specialistiche ambulatoriali, che affligge l'intera Regione, può essere mitigato arricchendo l'offerta del presidio cividalese.
Non dobbiamo dimenticare i servizi territoriali e distrettuali.
a)-Questa emergenza ha reso evidente la necessità di rafforzare la dotazione di personale del servizio infermieristico domiciliare e dei Medici di Medicina Generale realizzando anche una maggiore collaborazione tra le diverse componenti. Vanno ripensati ruolo e funzioni del Centro di Assistenza Primaria, presente ed operante all'interno del Presidio sanitario di Cividale in quanto uno dei meglio riusciti a livello regionale.
b)Infine un pensiero deve essere dedicato all'area Materno-Infantile. Se vogliamo invertire il trend negativo della natalità, vogliamo realmente svolgere la fondamentale azione di prevenzione delle malattie legate alla sfera intima, questo servizio deve riprendere vigore. Alcune scelte fatte dall'Azienda Friuli centrale sul percorso nascita sta portando questa funzione in tutt'altra direzione.
Una forte azione di controllo sulla presenza e qualità di tutti questi servizi è compito irrinunciabile di ogni buona amministrazione comunale. Su questo aspetto le carenze della nostra sono sotto gli occhi di tutti, cittadini e operatori sanitari.
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