CITTADINI - SALUTE - SANITA'

 Dalle parole ai fatti

Efficacia Efficienza Equità Sicurezza Umanità

 

Le condizioni del territorio della ex Provincia di Udine

Non vi è alcun dubbio che l'emergenza COVID-19 abbia evidenziato i limiti e le carenze del Sistema Sanitario Regionale (SSR) del Friuli Venezia Giulia, determinati dalle scelte delle passate amministrazioni regionali, a partire dalla Riforma Fasola del 1995 e aggravati dalle successive riforme fino alla Riforma Riccardi.
Il territorio della ex Provincia di Udine, per l'estensione e morfologia del territorio e situazione socio-demografica, è quello che ha maggiormente patito per il ridimensionamento e la chiusura dei servizi sanitari.
E' necessario spingere lo sguardo oltre le difficoltà contingenti per ripensare e ridisegnare il SSR prendendo atto delle attuali distorsioni per trarne un insegnamento ed indicazioni per un complessivo ri-orientamento delle politiche di settore.

Guardare oltre, come accadde in occasione del terremoto del 1976, perché dovremo ricostruire un sistema fortemente impoverito e allontanatosi dalla sua missione di cura delle comunità.

UN SISTEMA SANITARIO REGIONALE MALATO

E' necessario potenziare lo sviluppo del SSR affinché sia in grado di garantire l’equo accesso ai servizi e agli interventi di promozione della salute e di erogazione delle prestazioni sanitarie più appropriate, per rispondere tempestivamente ai bisogni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed assistenza, in un’ottica di equità sociale. 

Uno degli effetti più preoccupanti del post Covid è senz’altro l’allungamento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. I  cittadini stanno sperimentando, con sofferenza, che oggi le attese per le visite e per le prestazioni sono inaccettabili sia nel pubblico che nel privato convenzionato dove si può accedere con il solo pagamento del ticket. Rimane la sola possibilità di accedere al privato a pagamento, creando una grave discriminazione tra i cittadini.
Il nostro obiettivo prioritario è una drastica riduzione dei tempi di attesa nei presidi di Pronto Soccorso e delle liste di attesa per la diagnostica, le visite e i ricoveri.

FORMULA PER UNA BUONA SANITA'
Efficienza
Efficacia
Equità 
Sicurezza
Umanità

 •       L’efficienza può essere garantita in modo ottimale dalla corretta gestione manageriale e clinica
•       L’efficacia nasce dall'attenzione alla personalizzazione della cura. SI ai protocolli NO alla loro applicazione automatica
•       Il principio di equità può essere sostenuto da un’allocazione equa delle risorse, economiche e umane, sul territorio affinché si realizzi la SANITA' DI PROSSIMITA'
•       Dal punto di vista della sicurezza delle cure, il Pronto Soccorso dovrebbe essere considerato una struttura “ultra adattiva” in cui chi vi opera deve essere consapevole che il lavoro che svolge, come quello di altre professioni di salvataggio (vigili del fuoco, corpi speciali), non sempre permette di anticipare il rischio o gestirlo applicando delle procedure predefinite ma rende necessario spesso attuare strategie di adattamento e recupero. La gestione in questa struttura è fortemente legato all’esperienza dei professionisti e chi vi opera deve essere consapevole dei suoi limiti
•       L'umanità si esprime attraverso rispetto del paziente, del famigliare ma anche dell'operatore e la messa in pratica di comportamenti conseguenti, soprattutto nella corretta ed empatica comunicazione

Dal nostro punto di vista quindi l’azione del governo regionale si dovrà sviluppare su questi assi strategici:  
1.CENTRALITA' DEL CITTADINO/PAZIENTE
2.ATTENZIONE VERSO GLI OPERATORI
3.PROFONDA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA
4.RIMODULAZIONE DELLA MISSIONE DELLA DIREZIONE REGIONALE SALUTE E           DELL'AZIENDA REGIONALE DI COORDINAMENTO PER LA SALUTE (ARCS)
5.ATTENTA SCELTA DEI MANAGER E DELL'INTERA FILIERA DI COMANDO DEL SSR

Si propone quindi Una cura radicale

1-Intervenire sull'organizzazione delle Aziende per spostare risorse umane ed economiche sulle prime linee operative: Pronto soccorso, Medici di base, Reparti di Medicina generale e diagnostica per abbattere i tempi di attesa
2-Rivedere  l'attuale modello organizzativo funzionale e territoriale del sistema di emergenza regionale
3-Garantire qualità, continuità delle cure e protocolli di accesso ai servizi
4-Rendere esigibile in tutti gli ambiti territoriali i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), le cure palliative e la terapia del dolore
5-Rafforzare i Presidi sanitari e Ospedali periferici (Cividale e Gemona) attivando un filtro per l'ospedale di Udine e dare risposte veloci ai territori
6-Sostenere gli operatori modificando il clima organizzativo interno; prevenendo e curando lo stress cronico e persistente associato al contesto lavorativo (Burnout)
7-Varare un Piano strategico di fidelizzazione degli operatori al SSR, contrastare la fuga degli operatori migliorando le condizioni organizzative e incentivando maggiormente il personale. Dare maggiori opportunità per conciliare i tempi lavoro famiglia e utilizzare gli strumenti contrattuali (nuovi) per aumentare le opportunità di crescita professionale
8-Sollevare i Medici di Medicina Generale dalla burocrazia incentivando le aggregazione e rinforzare il rapporto con le Aziende che devono dare indicazioni chiare e omogenee. Se lavorano male loro ne risentono i cittadini.
9-Promuovere le Professioni sanitarie nelle scuole affinché molti giovani entrino nel mondo della salute
10-Favorire l'individuazione di nuove figure professionali in ambito sanitario

Infine, la questione del rapporto con la sanità privata.
Siamo tutti d’accordo che è preziosa per integrare l’offerta pubblico soprattutto per una serie di funzioni che “ingolfano” le strutture pubbliche.
Tuttavia, aumentare in modo significativo il budget ai privati non deve corrispondere ad una diminuzione delle risorse al pubblico nel momento in cui il pubblico vive una forte sofferenza per carenza di personale.

  IO MI IMPEGNO

a promuovere ogni iniziativa utile e necessaria a scongiurare l'ulteriore impoverimento della sanità pubblica e della medicina territoriale.